Architettura e interni

Un luogo speciale in Sicilia dove custodire le origini e la tradizione di ospitalità

Un antico baglio del 600 immerso nella natura, ristrutturato per garantire tutti i comfort

Il termine Baglio indica un’azienda agricola fortificata e ha un’etimologia che si ritrova sia nella cultura araba, che latina e greca.
Le mura in pietra che circondano Baglio Occhipinti sono l’inizio del racconto di un territorio e di una tradizione letta e interpretata da Fausta Occhipinti, padrona di casa e architetto paesaggista, che ne ha voluto custodire le origini e la tradizione di ospitalità.

Il Palmento e il progetto di ristrutturazione

La casa padronale trova la sua pietra angolare nel palmento di oltre 160 metri quadrati: la vasca di raccolta dei mosti vita pulsante del Baglio è oggi un living che accoglie i propri ospiti anche per la colazione, la cena e i momenti di convivialità. Il progetto di restauro ha visto la ricerca di maestranze e artigiani capaci di costruire con le antiche metodologie, come i muri a secco perimetrali: vere opere d’arte.
L’intero progetto di ristrutturazione si fonda su di una visione scenica che tiene in considerazione le fughe prospettiche del Baglio con un’interpretazione di fondale teatrale. La luce intensa, bianca e costante del sole di Sicilia è la naturale narratrice di ogni superficie.

Gli arredi interni

La stessa attenzione è stata prestata negli arredi degli interni, ricercando elementi di arredo artigianali capaci di valorizzare e raccontare la tradizione del territorio, come ad esempio la ceramica di Caltagirone, i lavandini della cucina o il grande forno a legna. Quest’ultimo è il cuore pulsante della cucina e della casa: qui vengono preparate le ricette della tradizione come le “scacce ragusane”, un piatto rustico e saporito basato su focacce ripiene di formaggi e verdure coltivate nel Baglio. La preparazione delle “scacce” è un momento di convivialità e comunione con gli ospiti che vengono coinvolti spontaneamente.

I giardini di Baglio Occhipinti

Dove la natura si riappropria dei propri spazi in comunione con gli ospiti